Energia, schizzano i costi a carico di famiglie e Pmi

Energia, schizzano i costi a carico di famiglie e Pmi

Il costo dell’energia a carico delle famiglie italiane, rileva l’Enea nell’ultima analisi trimestrale, ha raggiunto il massimo storico dell’ultimo decennio. Non va meglio con le imprese: a parità di dimensione, una Pmi italiana paga 70mila euro in più ogni anno di un competitor francese.

I prezzi dell’energia elettrica per le famiglie al massimo storico dell’ultimo decennio, gli aumenti a doppia cifra dei costi a carico delle piccole e medie imprese e i consumi che rallentano. Sono queste le tre evidenze principali che emergono dall’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico relativa al periodo luglio-settembre 2018, realizzata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

L’indice “sicurezza, prezzi e decarbonizzazione” (Ispred), che misura il grado di sicurezza e l’andamento dei prezzi e della decarbonizzazione nel sistema energetico italiano, ha chiuso il terzo trimestre del 2018 in calo del 5%, facendo registrare l’ottava performance trimestrale consecutiva in negativo. Come spiega Francesco Gracceva, l’esperto dell’Enea che coordina l’analisi periodica, “la causa, stavolta, è l’incremento dei prezzi finali sulla spinta delle commodity energetiche, con l’impennata del gas naturale (+60%), dei prezzi della borsa elettrica (+33,5%) e del petrolio Brent che a ottobre ha raggiunto gli 85 dollari al barile”. I forti cali del greggio, che viaggia oggi attorno ai 55 dollari, e in misura minore del gas, “si manifesteranno solo nei prossimi mesi”, sottolinea Gracceva.

Per quel che riguarda il prezzo dell’energia, rileva l’Enea, le aziende italiane continuano a pagare prezzi superiori alla media Ue ad eccezione delle imprese di grandi dimensioni. E anche nell’ultimo trimestre analizzato l’aumento è stato rilevante (+10%). Ad esempio, un’impresa medio-piccola italiana con consumi annui di 1.250 MWh spende per l’energia elettrica circa 70mila euro all’anno in più di un competitor francese di analoghe dimensioni. E circa 30mila euro in più di un britannico o di uno spagnolo. Sul fronte decarbonizzazione, le emissioni di CO2 sono risultate in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 e di circa un punto nei primi nove mesi dell’anno. Tuttavia, si evidenzia un’ulteriore perdita di competitività del nostro Paese rispetto alle tecnologie low carbon in settori strategici, come la mobilità elettrica e le rinnovabili. Nel comparto dei veicoli elettrici e delle batterie agli ioni di litio, ad esempio, il saldo negativo con l’estero si attesta a quota 155 milioni di euro nel 2017 e a 165 milioni nel periodo gennaio-agosto 2018.

Lo stesso indice ammonta a 137 milioni nel 2017 e a 139 milioni nei primi otto mesi del 2018 per il fotovoltaico. L’Italia si conferma un esportatore netto nei settori dell’eolico e, soprattutto, del solare termico. Anche se, evidenzia l’Enea, il contributo al saldo commerciale non è particolarmente elevato, tenuto conto della minore incidenza sul commercio mondiale complessivo. Da notare anche il rallentamento dei consumi di energia in aumento dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2017, meno sostenuto del +3,2% rilevato nel primo semestre dell’anno. Sul tema sicurezza regna invece una “sostanziale stabilità”, anche se non sono da escludere “possibili criticità per elettricità e gas in caso di eventi estremi nella stagione invernale.

«La disponibilità solo parziale dell’interconnessione con il Nord-Europa fa sì che il sistema gas rispetti a fatica la regola di sicurezza N-1, in uno scenario condizionato dalla crescita della domanda asiatica e dal ruolo sempre più strategico del gas russo che nel terzo trimestre di quest’anno ha raggiunto il 50% dell’import nazionale – spiega Gracceva – Le analisi dell’associazione europea dei gestori delle reti di gas tendono a escludere il rischio di interruzioni delle forniture, ma in caso di shock di domanda e/o offerta è plausibile uno scenario di volatilità anche elevata dei prezzi».

Fonte: repubblica.it > http://bit.ly/2taLNbE

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